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Ripensando alla mia prima lezione di interpretazione consecutiva, sorrido. Ripenso alla me studentessa, ignara di cosa avrebbe scoperto e studiato duramente per anni. Una tecnica complessa che all’epoca mi era completamente sconosciuta ma che, allo stesso tempo, mi affascinò fin da subito. Appresi mano a mano che l’interpretazione consecutiva è una modalità  di traduzione straordinaria che permette di esprimere parti del discorso, anche lunghe, in un’altra lingua.

Ricordo che la professoressa ci presentò un blocco d’appunti e ci spiegò il ruolo importante che riveste nella consecutiva. Non sapevo ancora che da quel blocco, professionalmente, non mi sarei mai più staccata e che sarebbe diventato un compagno di lavoro fondamentale.

Ora cercherò di spiegarvi meglio cosa si intende per interpretazione consecutiva e perché sto parlando di un blocco di appunti come se fosse una persona.  

L’INTERPRETAZIONE CONSECUTIVA IN SINTESI

L’interpretazione consecutiva è una tecnica di interpretazione orale. La traduzione viene fornita non simultaneamente, come abbiamo visto nell’articolo di qualche tempo fa, bensì in un secondo momento, consecutivo appunto al discorso dell’oratore per cui stiamo traducendo. L’interprete ascolta il discorso nella lingua di partenza e prende appunti su un blocco. Quando l’oratore, dopo circa una decina di minuti, effettua una pausa, l’interprete traduce restituendo una sintesi di ciò che è stato detto nella lingua di arrivo. Le fasi dell’interpretazione consecutiva, molto simili a quelle dell’interpretazione simultanea, sono:

  • Ascolto
  • Memorizzazione
  • Presa d’appunti
  • Traduzione

Le fasi

  • Ascolto. È la primissima fase essenziale per poter comprendere e iniziare ad analizzare il discorso che si vuole tradurre: cosa l’oratore ha deciso di sottolineare nel suo discorso? Cosa l’oratore ha enfatizzato? Quali elementi sono invece messi in secondo piano? In più, non sempre i discorsi sono regolari: digressioni, incisi, cambiamenti di soggetti… l’ascolto insomma (anche se sembra banale dirlo, ma fidatevi non lo è) è la fase più importante e sicuramente la chiave per una buona traduzione in consecutiva.
  • Memorizzazione. Questa viene sicuramente con l’esercizio. Se l’ascolto è attento e analitico, la memorizzazione verrà da sé. Certo la memoria può arrivare solo fino a un certo punto (siamo umani!), ecco perché esiste la prossima fase.
  • Presa d’appunti. Si tratta di un supporto, strettamente correlato alla fase precedente. L’interprete consecutivista non è uno stenografo (un po’ come l’interprete simultaneista non è un pappagallo), non segna tutto ciò che è stato detto e soprattutto non si appunta ogni singola parola. Con l’uso di abbreviazioni e simboli, infatti, vengono riportati sul blocco i concetti, le idee principali; ma anche i connettivi, i numeri, le unità di misura e tutto ciò che potrebbe dimenticare. Spesso molti sono curiosi di conoscere e osservare i nostri appunti presi durante un interpretazione consecutiva. In effetti questi sono come un linguaggio speciale ed estremamente personale dell’interprete: fatta eccezione per alcuni simboli universalmente designati, come per esempio il simbolo del mondo, i simboli cambiano da interprete a interprete e vengono adattati di volta in volta. A volte, cambiano a seconda del contesto anche per lo stesso interprete. Comprenderli, anche tra colleghi, capite allora che non è cosa facile. Gli appunti presi durante una consecutiva, del resto, non sono stati pensati per essere compresi da tutti, ma sono stati creati solo e unicamente per essere funzionali all’interprete che li utilizza.
  • Traduzione. Rileggendo, anzi scorgendo, tutti gli appunti si restituisce nella lingua verso cui si sta traducendo il discorso appena ascoltato, solitamente sintetizzando esaustivamente ogni punto del discorso.

Pro e contro dell’interpretazione consecutiva

Nell’interpretazione consecutiva l’interprete è un secondo oratore a tutti gli effetti, fosse solo per la sua posizione, che, per comodità e per visibilità, è proprio a fianco dell’oratore. Certo questo comporta un enorme carico emotivo per l’interprete che si ritrova completamente a nudo, esposto davanti al pubblico a cui deve tradurre. A livello emotivo, non è proprio la sensazione più facile da gestire, ma il vantaggio è che si ha contatto visivo con le persone che usufruiscono della traduzione (un cenno con il capo di consenso, un sorriso, uno sguardo incuriosito ecc.)

Dov’è l’inganno dunque? Perché non si traduce sempre in consecutiva se è così meravigliosa come ve l’ho appena descritta? Perché  la traduzione in consecutiva significa necessariamente raddoppiare i tempi dell’evento a cui si traduce. Se un oratore ha in programma un intervento di circa 20 minuti, per forza di cose i tempi raddoppieranno fino a 40 minuti, per poter fruire anche del discorso tradotto nell’altra lingua. Immaginate con tempistiche più lunghe quanto possa cambiare completamente la durata dell’evento! Quindi, se non sapete quale tecnica sia adatta all’evento che state organizzando o se non volete correre il rischio che il vostro convegno di 2 giorni diventi di 4, rivolgetevi agli interpreti e loro vi risolveranno ogni dubbio a riguardo.

IN CONCLUSIONE

Per concludere, vi lascio qui sotto un biglietto di auguri che ho ricevuto per un mio compleanno da parte di speciali amiche e colleghe interpreti: hanno utilizzato il nostro “linguaggio” da consecutiviste. Voi riuscite a capire cosa mi hanno scritto? Sareste in grado di fare la traduzione in consecutiva! Scriveteci commentando qui sotto all’articolo o sui nostri social la traduzione di questi appunti e stay tuned per scoprire insieme qual è la soluzione!

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