La prima volta che mi imbattei nella meravigliosa tecnica dell’interpretazione simultanea fu durante la mia visita al Parlamento Europeo di Strasburgo. Una volta arrivata nella grande sala conferenze, salii le scale fino ad arrivare a una cabina con un vetro frontale e mi preparai ad assistere a qualcosa di estremamente straordinario e, allo stesso tempo, totalmente ordinario.
Dopo un paio di secondi dall’inizio del discorso, l’interprete accese il suo microfono e cominciò a tradurre il discorso inglese del delegato in francese.
Mentre il delegato parlava, l’interprete doveva cogliere il senso di un messaggio formulato in una lingua mentre costruiva e articolava lo stesso messaggio in un’altra lingua. Questo processo richiede una mix straordinario di abilità sensoriali, motorie e cognitive che devono lavorare all’unisono. Lei riusciva a farlo e in simultanea, senza chiedere all’oratore di rallentare o di spiegare qualcosa. Non balbettava, non si fermava. Un’azione del genere richiede versatilità e consapevolezza delle sfumature di significato che vanno oltre le capacità dei computer più potenti. Ed era meraviglioso come il suo cervello riuscisse fare tutto questo.
«Un interprete simultaneo deve andare incontro al suo istinto – deve parlare ascoltando, ascoltare parlando. L’interpretazione di conferenza esiste unicamente perché alcune persone estremamente competenti sono capaci di fare cose così poco naturali». È ciò che scrive David Bellos, traduttore professore universitario, a proposito dell’interpretazione simultanea.
Ma entriamo nel dettaglio e vediamo cosa rende possibile questa magia.
Un interprete di simultanea mette in atto un processo mentale che può essere scomposto in 5 fasi eseguite contemporaneamente, in un ciclo continuo:
- ascolto di ciò che viene detto dall’oratore straniero;
- analisi e comprensione del senso del messaggio, con particolare attenzione al tono di voce e al contesto;
- formulazione mentale della traduzione;
- produzione verbale della traduzione;
- controllo della propria traduzione e, se necessario, correzione di eventuali errori.
Le neuroscienze sostengono che questo è possibile grazie al nucleo caudato, un vero e proprio direttore di orchestra che coordina le attività di diverse zone del cervello per consentire l’esecuzione di compiti complessi come l’interpretazione simultanea. Attraverso particolari tecniche di risonanza magnetica i ricercatori hanno, inoltre, osservato un fenomeno molto interessante: man mano che l’interprete acquisisce esperienza nel suo lavoro, il nucleo caudato viene attivato di meno perché il cervello cambia e si adatta per consentire all’interprete di tradurre in modo sempre più efficiente e facendo meno fatica.
In altre parole, il nostro cervello “si abitua” a processi come lo sdoppiamento dell’attenzione e ci aiuta a ripartire efficacemente le nostre energie disponibili tra le varie fasi dell’interpretazione simultanea (ascolto e analisi, produzione e self-monitoring della propria resa).
In realtà, un altro elemento che allevia di molto il nostro stress e sovraccarico cognitivo è la presenza costante di un compagno di cabina. Anche se dall’esterno potrebbe sembrare che il nostro sia un lavoro da lupi solitari, durante un incarico di interpretazione simultanea uno dei fattori che contribuiscono maggiormente al successo del servizio è proprio l’intesa con il/la collega.
Avere una buona intesa con il/la collega permette di risolvere e addirittura prevenire eventuali problemi. Ad esempio, è molto comune aiutare il/la collega scrivendo su un foglio di carta posizionato al centro del tavolo elementi particolarmente ostici del discorso (numeri, nomi di relatori, sigle, liste di Paesi, termini potenzialmente difficili. ecc.) in modo tale che il/la collega possa averli a disposizione in caso di dubbio o se non li avesse sentiti.
Una buona intesa è importante anche per riuscire a fare il cambio del turno di parola in maniera fluida e senza lasciare “buchi”. Dopo circa 20 minuti, infatti, il livello di attenzione e reazione impiegati nei complessi procedimenti spiegati sopra, iniziano a calare e a venir meno. Quando è possibile, si cerca di far corrispondere il cambio turno degli interpreti con il cambio di oratore, ma se un discorso diventa eccessivamente lungo, è opportuno chiedere il cambio al(la) collega, che deve essere pronto/a a cogliere la richiesta.
In conclusione, l’apprendimento della tecnica di interpretazione simultanea permette di sviluppare una miriade di competenze, che si riflettono poi nella vita di tutti i giorni: multitasking, velocità di risposta, problem solving, sangue freddo, public speaking, lavoro di squadra… e ovviamente un pizzico di pazzia!
BIBLIOGRAFIA
- GILE Daniel. Le modèle d’ efforts et l’ équilibre d’ interprétation en
interprétation simultanée. Meta: Journal des traducteurs /Translators’ Journal, n.
30.1, 1985 - GRAN L. Aspetti dell’organizzazione cerebrale del linguaggio: dal
monolinguismo all’interpretazione simultanea. Udine: Campanotto, 1992.